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Arriva lo spesometro, ma la privacy?

Pubblicato da Admin in RIFLESSIONI · 25/3/2011 18:54:00
Un nuovo strumento per la lotta all’evasione fiscale è stato messo in campo dal fisco italiano. Si tratta dello spesometro, attraverso il quale sarà possibile misurare la capacità di spesa di ogni singolo cittadino. Questa volta, infatti, lo strumento è rivolto non soltanto al popolo delle partite IVA, ma anche all’intera platea dei consumatori.
Per quanto riguarda i primi, dovranno comunicare annualmente, per via telematica all’agenzia delle entrate, tutti i dati relativi alle operazioni rilevanti ai fini IVA di importo non inferiore a 3.000 euro. Le persone fisiche, invece, ogni qual volta procederanno ad un acquisto, di importo pari o superiore a 3.600 euro (IVA inclusa), dovranno comunicare il proprio codice fiscale al venditore/negoziante il quale poi provvederà alla comunicazione telematica dei dati all’agenzia delle entrate.
Una volta raccolte tutte le informazioni, sarà molto facile per gli uffici scovare casi sospetti di non congruità tra spese effettuate e redditi dichiarati, e procedere, conseguentemente, con il controllo fiscale nei confronti dei potenziali evasori. Si tratta quindi del principio che è sempre stato alla base dell’accertamento sintetico: quanto si spende non può che essere alimentato dal reddito.
La prima impressione è che lo spesometro possa diventare un valido strumento per intraprendere una seria politica antievasione, anche se, i rischi, sono comunque alti. Si viene infatti a creare una enorme banca dati dove attingere notizie sulla vita quotidiana di ogni cittadino: cosa compra, quanto spende, dove va in vacanza, cosa regala a Natale.
Chi e quanti avranno libero accesso a queste informazioni?
Per quanto riguarda la decorrenza, per i soggetti titolari di partita IVA lo spesometro è già in vigore dal 2010, anche se riguarda soltanto le operazioni soggette a fatturazione di importo pari o superiore a 25.000 euro. Per i soggetti privati si parte invece dal 1 maggio.





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